Il termine empatia deriva dal greco antico (empatheia), parola composta da: “en” che significa dentro e “pathos” che significa emozione, sentimento. Questo termine veniva usato durante gli spettacoli teatrali per indicare il rapporto emozionale che legava l’autore-cantore al suo pubblico (Wikipedia).

Numerosi studi hanno stabilito che, c’è un diretto collegamento tra la pratica dell’empatia e l’aumento delle vendite e di migliori prestazioni.

L’empatia può essere definita come quel tocco magico che crea l’alchimia del rapporto: può veramente fare la differenza in ogni relazione.

Nasciamo tutti con la capacità di provare empatia, ed i bambini la mostrano con naturalezza. Eppure, quando diventiamo adulti, la maggior parte di noi fa di tutto per non mostrare questo lato della nostra “vulnerabilità” emotiva.

L’empatia costituisce una sfida: significa mettere da parte il nostro ego per lasciare il centro della scena agli altri. Viviamo nel mondo V.U.C.A. (volatile, incerto, complesso e ambiguo), dove il tempo manca, lo stress aumenta e l’individualismo regna sovrano.

 

Coltivare e sviluppare con consapevolezza empatia porta i nostri rapporti ad un più alto livello di comprensione e connessione.

L’empatia è  considerata come un argomento “sdolcinato”. Eppure senza di essa, diventiamo emotivamente sordi gli uni verso gli altri e non sviluppiamo mai pienamente quello che veramente crea il successo delle organizzazioni: i rapporti umani.

A volte non è molto chiara la distinzione fra comprensione, empatia e compassione. Proviamo a fare chiarezza.

Comprensione significa: “Mi spiace tanto per quello che stai passando!”, che è una risposta emotiva nei riguardi di una persona, ma non esprime che abbiamo capito come questa si sente e di cosa ha bisogno.

Empatia: è la capacità di comprendere lo stato d’animo di un’altra persona, mettendosi nei suoi panni e valutando il mondo con i suoi occhi.

Compassione: vuol dire soffrire con qualcuno, dimostrargli la nostra preoccupazione e sentire un forte desiderio di aiutare ad alleviarne l’angoscia. La compassione è un ingrediente essenziale dell’empatia.

 

Se vogliamo mostrare empatia verso gli altri, dobbiamo andare al di là dei nostri pregiudizi e convinzioni.

 

Praticare empatia esige una mentalità e un orientamento al servizio. Quando siamo empatici verso qualcuno, dobbiamo aprire ogni canale di comunicazione: orecchie, occhi, testa e cuore, per capire a fondo quello che l’altro sta passando.

Quindi un ascolto empatico richiede ascoltare non solo con le orecchie e con la mente ma anche con gli occhi ed il cuore.

 

L’empatia è positivamente collegata alle prestazioni lavorative. In sintesi diventa un vantaggio competitivo strategico, coltivare e diffondere empatia nelle organizzazioni e nelle relazioni con i consumatori. E’ uno strumento potente che permette una comprensione superiore dell’altro, quindi anche della nostra clientela, qui è il vantaggio competitivo.

Nelle relazioni con i nostri clienti, dimostrare empatia, significa far sentire i consumatori veramente compresi, apprezzati e curati. Significa comprendere ed anticipare i bisogni ed i desideri emotivi più profondi dei clienti stessi.

L’empatia è l’assunto su cui costruire legami che vanno oltre le “semplici” transazioni, relazioni in cui i clienti si sentono veramente accettati, valorizzati e capiti.

Quando i clienti percepiscono tutto questo, sviluppano un attaccamento emotivo profondo al marchio. In sintesi possiamo affermare che l’empatia genera fedeltà all’azienda.