Tra le difficoltà che un manager può incontrare, abbiamo sicuramente la complessità a motivare la propria squadra di collaboratori, e  mantenere viva la motivazione nel tempo.

Accade spesso che nonostante l’impegno, gli sforzi profusi da parte di un manager, le performances della squadra o dei singoli collaboratori non siano soddisfacenti. Esiste la difficoltà a raggiungere gli obiettivi prestabiliti, in definitiva abbiamo una squadra di collaboratori scarsamente motivati e poco coinvolti nel progetto aziendale.

 

Cosa possiamo fare? Come  possiamo motivare i nostri collaboratori?

Abbiamo due scelte: queste si ricollegano alla legge antichissima universale delle cose, ossia la legge di causa ed effetto.

In breve ogni accadimento risale ad un antecedente. In definitiva per ogni azione compiuta abbiamo una conseguente reazione. Cosa importante qui, non abbiamo l’attribuzione della colpa, piuttosto la responsabilità. Ogni azione agita, innesca una reazione nell’altro e nel contesto di riferimento. In sintesi è richiesto un pensiero sistemico.

Dunque, di fronte alla non motivazione dei nostri collaboratori  possiamo considerarci “causa” oppure “effetto”.

1) La prima scelta consiste nel considerarsi “effetto” nei confronti del problema.

Reiteriamo il nostro abituale comportamento ed atteggiamento, sentendoci anche frustrati perchè stiamo “subendo” una situazione critica che non riusciamo a governare nè a risolvere.  Il pensiero che ricorre in noi è: “Ho fatto il possibile per spronarli, incentivarli, motivarli, ma loro niente, non vogliono assumersi la responsabilità del loro lavoro, non si impegnano”.  Sappiamo che, una situazione di questo tipo, protratta nel tempo, crea un circolo vizioso che coinvolge noi e il nostro staff, e che genera stress, un sovraccarico di lavoro per noi, emozioni e sentimenti negativi. Con una conseguente ricaduta negativa sulle performances in generale. Zero motivazione. In definitiva noi ci consideriamo effetto: ossia non è nostra la responsabilità della loro demotivazione, ma è dei nostri stessi collaboratori.

 

Oppure la seconda scelta è:

2) Considerarci “causa” del problema, ossia la responsabilità della loro non motivazione è nostra.

Cambiare ed iniziare da noi stessi non è facile e neppure semplice, ma dobbiamo metterci in discussione  ed assumerci la totale responsabilità del problema. La responsabilità della loro non motivazione nella maggior parte dei casi siamo noi, il nostro atteggiamento e comportamento.

Spesso siamo convinti di motivare il nostro staff, di coinvolgerlo, ma purtroppo, senza rendercene conto, senza esserne pienamente consapevoli, in sostanza inconsciamente, lo stile di leadership da noi adottato li demotiva!

Quando parliamo di stile di leadership intendiamo il comportamento che un manager, in questo caso specifico uno store manager, adotta per organizzare, pianificare, motivare il lavoro della propria squadra. Si riferisce a come il manager sa ascoltare, dà feedback, gestisce le persone, comunica, sviluppa i collaboratori, ecc.

Le statistiche dicono che il 97% / 92% dei collaboratori sono bravi collaboratori. Sono persone che hanno voglia di impegnarsi, di sentirsi parte di un progetto, collaboratori che hanno voglia di crescere professionalmente. Solo per il 3% / 8% parliamo di persone che non hanno voglia di impegnarsi, di fare propri gli obiettivi aziendali, “cattivi” collaboratori.

Detto ciò, per cambiare la situazione e risolvere il problema della motivazione, ossia avere persone coinvolte nella propria squadra,  persone che si sentano parte importante di un progetto, avere la loro dedizione, per realizzare tutto questo dobbiamo iniziare a cambiare noi. Iniziare a considerarci noi causa della demotivazione dei nostri collaboratori.

Dobbiamo cambiare le nostre idee, le nostre convinzioni in merito alla gestione dei collaboratori. Dobbiamo modificare il nostro stile di essere leader, dettato magari da esperienze passate, dalla cultura, dall’educazione , oppure semplicemente perché qualcuno ci ha detto che un certo atteggiamento è consigliabile per avere una squadra che lavora.

Se cambiamo le nostre “errate” convinzioni ed idee su cosa occorre per avere uno staff motivato, di conseguenza modificheremo il nostro atteggiamento nei confronti del nostro staff.

Questo è il primo passo, non facile, ma è sicuramente l’inizio di un percorso che ci porterà ad avere persone nel nostro team responsabili, e motivate.

In questo breve video vi parlo di due strumenti che personalmente trovo preziosi e davvero utili per creare aggregazione della squadra e sviluppo delle risorse.