La pandemia e le proteste in atto in America e in Cina hanno messo a dura prova l’attivismo aziendale di tutti quei marchi fashion che affermano di condividere i valori dei propri clienti.

I consumatori vogliono sapere se la cultura interna delle aziende corrisponde ai messaggi che condividono sui social media. Spesso i clienti trovano che le opinioni espresse sui social non corrispondono alla realtà all’interno dei negozi, fabbriche e uffici.
L’attivismo aziendale è spesso interpretato come la nuova strategia di marketing. Le aziende si aspettano che in virtù degli impegni sociali presi sia loro garantita fiducia e fedeltà dei consumatori.

In America le aziende di moda si sono dimostrate sensibili ed attive su temi come la fame nel mondo, i cambiamenti climatici, la sostenibilità, il razzismo. Qui le grandi aziende sono potenti e possono modellare la politica. Le giovani generazioni si aspettano da loro che facciano qualcosa, che sfruttino la loro posizione privilegiata per agire attivamente a soluzione di questi importanti argomenti. Le generazioni più giovani non hanno gran fiducia nelle istituzioni politiche e sociali, quindi si aspettano che i grandi marchi facciano qualcosa.

Quello che davvero conta per un marchio è essere AUTENTICO ed ONESTO, e percepito dal proprio audiences come tale. Il messaggio di un’azienda deve riflettere la sua cultura interna.

Un marchio non deve ambire ad essere perfetto, probabilmente risulterebbe poco credibile e non autentico.

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