Uno studio condotto ad Harvard rileva che il successo di una persona dipende per il 15% da hard skill, e ben l’85% deriva dalle soft skill.
Oggi, quando parliamo di chi ha un ruolo a diretto contatto con la clientela quali sono le competenze chiave e determinanti per svolgere al meglio questa professione?
Sono ancora rilevanti le pregresse esperienze professionali, le qualifiche acquisite, gli studi svolti o le competenze tecniche, ossia tutto ciò che è possibile raggruppare sotto la voce hard skill?
Rimangono sicuramente abilità importanti, ma di fronte ad una scelta l’ago della bilancia si orienta verso una figura con spiccate abilità “soft”. Non basta più essere un bravo venditore occorre essere il primo ambasciatore del marchio che si rappresenta.
Come ricorda lo studio di Harvard, per gestire al meglio una relazione con il consumatore servono persone che:
• Amano aiutare gli altri
• Desiderano prendersi cura del proprio cliente
• Contribuiscono al benessere ed al soddisfacimento dei bisogni del cliente
Le abilità richieste a chi ricopre un ruolo a diretto contatto con la clientela, sono caratteristiche personali che vanno ben oltre le “fredde” competenze tecniche, e sono:
► Sensibilità relazionale
► Empatia
► Ascolto
► Intelligenza emotiva
Parliamo della necessità di sviluppare soft skill, ossia quelle competenze intangibili relative al comportamento, alla personalità e alle capacità cognitive individuali.
Sono quegli aspetti dell’indole di una persona che permettono di portare il proprio valore aggiunto nelle relazioni interpersonali.
È cambiata la modalità di comunicazione tra un marchio e i suoi consumatori. È un cambiamento che coinvolge il comportamento e l’atteggiamento, ma prima di tutto deve essere un cambiamento di consapevolezza, affinché il cambiamento stesso sia accettato e acquisito.
Lo staff di un punto vendita è un asset fondamentale per un marchio, ché può determinare il successo o l’insuccesso del marchio stesso e del punto vendita in cui è inserito. Apriamoci alle soft skill.