LA MIA FORMAZIONE

Nella funzione di un processo formativo deve esistere la responsabilità e la sensibilità di trovare la giusta collocazione di un percorso che punti allo sviluppo delle persone.
Il percorso formativo ha il suo senso quando non solo trasmette contenuti, ma rende possibili nuove visioni, nuove interpretazioni e nuove soluzioni.

L’apprendimento avviene soprattutto attraverso il confronto fra parti, dove ognuno mette a fattor comune la propria esperienza, le proprie convinzioni o considerazioni. L’apprendimento è quindi reciproco tra le parti interessate.
Guardando all’arte maieutica, è attraverso il dialogo aperto e il raffronto che il singolo scopre conoscenza autonomamente. Ciò impedisce che l’apprendimento avvenga in modo meccanico, di conseguenza facilmente dimenticato.

Se ti dico cosa fare o correggo una tua azione, istantaneamente il tuo pensiero legge valutazione, giudizio, si creano confronti che sono negativi per le performance.
È fondamentale far emergere consapevolezza e con domande prive di qualunque forma di giudizio la persona accresce, sviluppa e perfeziona le proprie conoscenze.

Affinché il cambiamento sia efficace e duraturo è fondamentale non focalizzarsi sul comportamento o sull’agito, bensì sulle idee, convinzioni, da cui determinati atteggiamenti hanno origine.

È decisivo creare contesti di lavoro basati su il rispetto, la fiducia reciproca, dove le persone si sentono libere di esprimere le proprie idee, libere da giudizi o pregiudizi alcuni.
È un’esperienza di apprendimento differente, in quanto il cambiamento e la nuova conoscenza avviene all’interno di ciascuno di noi.
Obiettivo è far emergere nel singolo il suo personale scopo, la motivazione, accrescendone la responsabilità e la creatività.

Facciamo leva sulle soft skills!
Molte aziende non credono nella formazione, o semplicemente hanno una consapevolezza di sfiducia nei confronti della formazione tradizionale, considerata troppo teorica e alquanto lontana dalla realtà.
Parliamo invece di formazione esperienziale, nello specifico di palestra formativa e di Role playing con percorsi di apprendimento piacevoli, efficaci, dove la formazione si trasforma in azione, quindi in apprendimento.

“Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco
L’apprendimento è concepito non come acquisizione passiva, ma come attività nella quale il partecipante è protagonista.
La formazione legata ad esperienze coinvolgenti genera ancoraggi informativi.

Il cono o piramide di Dale, creato da Edgar Dale educatore americano, rappresenta con un grafico le percentuali dell’apprendimento per ogni tipo di situazione a cui ci approcciamo. Possiamo avere due situazioni, quali: L’apprendimento passivo e l’apprendimento attivo.
L’APPRENDIMENTO PASSIVO è tutto ciò che coinvolge la lettura, l’ascolto o la visione. Tutte quelle situazioni in cui le persone non sono invitate a “fare”.
L’APPRENDIMENTO ATTIVO quando è coinvolta la partecipazione diretta delle persone, dei discenti, con laboratori, discussioni, domande e risposte, condivisione di esperienze. Abbiamo una
ripetizione degli argomenti trattati e una messa in pratica delle nozioni apprese.

Il DESIGN THINKING

Sono sempre alla ricerca di strumenti e metodologie innovative, arricchenti dei percorsi formativi da progettare e sviluppare.

Personalmente prediligo metodologie “human centered”, con le quali attraverso il confronto reciproco si punta allo sviluppo del singolo. Processi che partono dalle persone e alle persone tornano.

Parliamo del Design Thinking, dove le persone sono protagoniste e creatrici del progetto stesso. E’ uno strumento potente stimolatore di creatività atto alla risoluzione di svariati problemi (migliorare un determinato processo lavorativo, lo stesso ambiente lavorativo, migliorare le vendite, ecc.).

Il mindset del Design Thinking nasce ispirandosi al mondo dei creativi, per essere applicato alla ricerca di soluzioni di problemi complessi; tuttavia non è solo un atteggiamento mentale o una metodologia innovativa, ma rappresenta lo strumento base per ogni processo d’innovazione.

Design Thinking favorisce una nuova mentalità, dove le persone sono protagoniste, all’interno e all’esterno, del loro progetto e diventano attori e creatori del processo d’innovazione atteso.

Il DT allinea le persone ad una visione comune e consente ad ogni singolo partecipante di esprimere la propria idea, le proprie convinzioni e visione. Consente l’ascolto e stimola la partecipazione di tutti, in un contesto scevro dal giudizio perchè non esistono idee corrette o sbagliate, piuttosto ogni pensiero è utile all’obiettivo.

Il DT evita di cadere nella seducente e familiare trappola del downloading: proporre sempre la stessa soluzione, soluzione che arriva dal passato (per risolvere questa situazione abbiamo sempre agito così…).

Se vogliamo innovare non è possibile partire dalla soluzione, piuttosto è necessaria una visione chiara nell’individuare il GIUSTO PROBLEMA e il DT parte proprio da questo punto.

Modelli di Design Thinking

Esistono diversi modelli di DT che si possono differenziare per aspetto, forma e interpretazione in correlazione alle sfide specifiche o agli obiettivi del progetto.

Il processo del Design Thinking è, generalmente, articolato in 5 fasi: Empatizzare, Definire, Ideare, Prototipare e Testare.
Per ogni fase ci si avvale di strumenti differenti, con una prevalenza di tecniche “Visual”, il cui approccio metodologico permette di organizzare pensieri, idee e concetti attraverso immagini o grafiche che nel processo di apprendimento svolgono un ruolo decisivo.

Per ogni informazione o esigenza contattami. Sarò felice di risponderti!