Il Retail pre-covid era già coinvolto in un profondo cambiamento, dettato dalla crescita dell’online e dalla necessità di adottare strumenti omnicanali.

Il Retail post-lockdown si trova ad affrontare una nuova sfida, crisi economica, ma basta l’e-commerce e l’omnicanalità a supportare questo cambiamento?

I processi di digitalizzazione hanno avuto una rapidissima impennata, distinguendo le aziende che cavalcano l’onda digitale da quelle che la subiscono.L’e-commerce è stato al centro dell’attenzione delle persone, prevedibile in quanto scelta circostanziale.

In un momento in cui la salute individuale è ancora a rischio e il distanziamento sociale appare come l’antidoto, l’online è stato salvagente per molte attività. Le persone hanno potuto acquistare anche beni di non prima necessità in completa sicurezza. Le persone, nonchè clienti, hanno un bisogno che prevarica su altri che è quello della sicurezza. Dove la forbice del sentirsi sicuri va dalla salute alle relazioni interpersonali.

Ora che tutti i negozi hanno riaperto il comportamento d’acquisto della maggior parte delle persone muta in ragione della sensazione di sicurezza percepita.Le indagini dicono che il 68% delle persone cercano igiene e sicurezza.

Di conseguenza la propensione all’acquisto in store è strettamente legata al concetto di valore percepito.Qui il termine valore racchiude l’experience che si decide di far vivere al cliente, e che deve tener conto dei bisogni primari delle persone, che in questo momento sono la necessità di sentirsi al sicuro.

Lo spazio fisico all’interno dello store, che possiamo dedicare al cliente è parte del valore. La modalità con cui invitiamo il cliente in store, il coinvolgimento, la cura, l’attenzione, la sensibilità, l’ottimismo con cui lo accogliamo, tutto questo rappresenta l’insieme di quel valore su cui far leva per far tornare in tranquillità e sicurezza i nostri clienti in store.